
Pietro Campagnoli ha la sindrome di Asperger, una forma di autismo che lo ha dotato di un alto Q.I. ma cattive abilità relazionali. Al liceo ha sempre avuto problemi a comprendere i suoi compagni di classe e il modo in cui doveva relazionarsi con loro. Con le sue sculture crea calchi con coperte bagnate di gesso, mettendole su corpi viventi e aspettando che si solidifichino. In questi calchi cerca di riprodurre la forma dell’essere umano, come una fotografia dei corpi. Le sue opere non hanno mai dei volti definiti, perché è impossibile per lui capire le emozioni della gente, a causa della sua sindrome. Sono sempre vuoti, perché il corpo interno si è evoluto e scomparso, ed è rimasto solo l’involucro, come una crisalide.
Il suo lavoro nasce dal tentativo di descrivere metaforicamente il suo passato. Le esperienze più violente ci rendono individui più resistenti. Le sue opere gli ricordano che la tempesta può essere combattuta e sconfitta, se una volontà incrollabile sostiene la mente contro la sferza dell’esperienza.
Pietro è nato a Torino nel 1994, dove vive e lavora. Ha iniziato a lavorare professionalmente come artista dal 2011, sostenuto da patrocini istituzionali e fondazioni di primaria importanza, tra cui: Regione Piemonte, Fondazione CRT Cassa di Risparmio di Torino, Compagnia di San Paolo, Opera Barolo, Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, Dipartimento Educazione Fondazione Merz, Fondazione Pistoletto, Centro Studi Bianca Tosatti Parma.